Deve essere al tramonto quando la luna ha ancora gli uccelli davanti, la goccia di caffe' dal dito tocca il foglio e si espande per poi asciugarsi piu' e meno color del caffe'. Il rossetto poi contorna una nuvola, quella piu' rosa.
Montale pittore come colui che gioca con il caffe'. Anche la torre e la mucca sono colorate con il rossetto ora che guardo meglio. La luna e' marcata molto, fatta di grafite, ma anche caffe', rossetto e due nuovi tratti di matita sul rosa. Si era cancellata quasi tra caffe' e rossetto e doveva disegnarla ancora. Un po' trema, non la mano: la luna non ha le punte chiuse, sono due curve, una che comprende l'altra, come la luna di Leopardi che era stata tremola e forse Montale non puo' dimenticarla.
Il paesaggio e' tranquillo scendendo. Le fronde degli alberi si muovono al vento verso destra, mentre due gocce di caffe' segnano il foglio fino al bordo sinistro dove si fermano fondendosi al generale sfondo del cielo che e' diventato un pasticcio gia' da prima, quando ha piegato il foglio per farlo asciugare meglio, se no e' troppo il tempo da aspettare prima che il caffe' si asciughi. Io, ad esempio, lo asciugo con un tovagliolino di carta strappato cosi che' il suo bordo diventi piu' assorbente, una, due volte e soffio.
Per raccogliere il polline dai fiori ed impollinare una varieta' diversa di una stessa specie si usa una striscetta di carta strappata: il bordo tocca le antere del fiore e ne raccoglie il polline e poi passa sullo stigma di un altro fiore.
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