5 amiche, oggi .190

In caduta libera da molto in alto
vedere le punte di neve
nelle nuvole e giù
dove comincia la Terra


sentire l'aria entrare allentare il corpo che

già sta attraversando la Terra
come una corrente

identico alla roccia

e la passa ed esce e sta
ferma ovunque

certo .189

Certo che fa male, bella forza... era il ciliegio giapponese del convento di Sant'Antonio in Polesine a Ferrara. Capolavoro di grappoli rosa che pendevano a primavera... "Ma e' gia' in fiore?!" ... "L'anno scorso era gia' in fiore!" ... "Questannohafioripiu'bellichemai!" hhhhhh (ripresa del respiro).

   Ma il fungo che se l'e' magnato per benino e' stato superfelice... anzi continua ad esserlo visto che e' ancora' li' sotto la corteccia. Che profumo il legno marcio. Se e' un Prunus, come il ciliegio e', poi, il profumo dolce si fa ancora piu' dolce, un po' affumicato.

   Il fatto e' che quel fungo ha visto bene dove entrare, proprio li' dove uno sfalcio d'erba un po' ignorante era andato troppo vicino da perdere il controllo e tagliare la tenera corteccia del giovane albero, qualche decennio fa, intaccando l'isolamento tra interno ed esterno dell'albero.

   Direte: "Beh, se dura qualche decina d'anni puo' andare bene anche con un taglio alla base del tronco, inutile investire sul tempo necessario per insegnare un attento sfalcio dell'erba intorno agli alberi.". Cortesia vorrebbe che lo si chiedesse prima all'albero, pero' a parte chiederlo all'albero che a volte e' complicato, direi che il far male un lavoro non e' mai, per noi, dignitoso.

   Come pure non e' mai dignitoso, per un albero, restare anni fermo immobile, congelato nel tempo del suo essere supermorto, a farsi ricordare "Come era bello...". Preferisce forse diventare nutrimento per vermetti ed insetti vari o funghi, come il nostro amico. E poi un albero non e' mai morto visto che l'acqua ed i sali minerali passano attraverso cellule morte dalle radici alle foglie proprio mentre e' piu' in vita. E' come la Vita che non e' viva o morta, bensi' semplicemente e'.

   Se proprio volessimo seguire il top del giardinaggio che vede come banca di biodiversita' ogni albero senza flusso di linfa, il ciliegio giapponese avrebbe potuto restare li', ma questioni di sicurezza ed economia di spazi certo lo considererebbero un eccesso di zelo... nei boschi funziona meglio quel discorso. (Eppur si muove...)

   Dunque, che cosa si impara da questi tronchi tagliati che certo fanno male? Il rispetto dell'albero dall'inizio alla fine.

   Una cura di pochi minuti iniziali ne assicura una vita longeva, insieme ad un'attenta cura del tronco alla sua base, insieme ad un'attenta consapevolezza che una volta morto alcuni insetti si nutrono di quel decadimento, altri insetti impollinano altre piante, gli uccelli se li pappano e tutto gira nel verso giusto.

   Viva dunque il ciliegio di Sant'Antonio in Polesine. Quale? Quello giovane, piantato due anni fa li' accanto!

   Certo che fa male.

Hybrid Parks e i suoi giganti .188

Il progetto Hybrid Parks e' terminato con la conferenza finale di Colonia. Un'armata Brancaleone europea ad un tavolo per parlare di come i parchi siano strumenti per lo sviluppo sostenibile delle citta'.

   Proprio in questi giorni il mio professore di urbanistica Bernardo Secchi e' morto.

   Le fasce aperte e ancora libere dalle costruzioni che attraversano l'area a nord del Reno e' ora un parco di chilometri che tiene insieme diverse comunita'... cosi' simile al sogno che sostava sulle mappe di carta studiate alla scala 1:5.000 di piccoli paesi e cittadine del Veneto da portare all'esame in Luglio, dai tanto lo spritz non lo bevi che sei astemio, pero' porto le pastine, quando la carta da lucido si attacca-nel-caldo-umido-di-una-Venezia-amatodiata(amata).

   Un'abitudine alla lettura dello spazio in cui viviamo che, attraverso l'architettura, l'urbanistica, la fotografia, l'arboricoltura ed infine il garden design e', in questi giorni e per ragioni note ed ignote, approdata a parlare di parchi e di citta' migliori, lungo le rive del Reno, da dove lo spirito del mio maestro ha preso il largo per andare piu' a Nord. Grazie.

   Ho visto le saghe nordiche di regine crudeli che non ci appartengono e che sorridono quando sorridi loro, approdare su un altra riva del fiume dove il castello del museo della cioccolata Lindt mi ha colto trionfante contro i cento giganti che mi sfidavano... perche', come tutti sanno, chi vince se stesso...

   Pero', questa mattina, nel mio frigo c'erano quattro pacchetti di cioccolata fondente+marzapane+scorze di arancia... Non so come ci siano arrivati. Les ge'ants arme's d'amour ti aspettano al supermercato dell'aeroporto quando l'indulgenza per te che lasci la terra e' fatta di cioccolata.

"garden me" / A writing about a wished frontier for the natural gardening

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Ecological Planting Design

Ecological Planting Design

Drifts / Fillers (Matrix) / Natural Dispersion / Intermingling with accents/ Successional Planting / Self seeding
What do these words mean? Some principles of ecological planting design. (from the book: "A New Naturalism" by C. Heatherington, J. Sargeant, Packard Publishing, Chichester)
Selection of the right plants for the specific site.
Real structural plants marked down into the Planting Plan. The other plants put randomly into the matrix: No. of plants per msq of the grid, randomly intermingling (even tall plants). Succession through the year.
Complete perennial weed control.
High planting density. Close planting allows the plants to quickly form a covering to shade out weeds.
Use perennials and grasses creating planting specifications that can be placed almost randomly.
Matrix: layers (successional planting for seasonal interest) of vegetation that make up un intermingling (random-scattering) planting scheme: below the surface, the mat forming plants happy in semi-shade, and the layer of sun-loving perennials.
Plants are placed completely randomly: planting individual plants, groups of two, or grouping plants to give the impression of their having dispersed naturally. Even more with the use of individual emergent plants (singletons) that do not self-seed, dispersed through the planting.
An intricate matrix of small plants underscores simple combinations of larger perennials placed randomly in twos or threes giving the illusion of having seeded from a larger group.
The dispersion effect is maintained and enhanced by the natural rhythm of the grasses that give consistency to the design. They flow round the garden while the taller perennials form visual anchors.
Allow self-seeding (dynamism) using a competitive static plant to prevent self-seeders from taking over: Aruncus to control self-seeding Angelica.
Sustainable plant communities based on selection (plants chosen for their suitability to the soil conditions and matched for their competitiveness) and proportions (balance ephemeral plants with static forms and combinations such as clumpforming perennials that do not need dividing: 20% ephemeral, self-seeding plants, 80% static plants) of the different species, dependent on their flowering season (a smaller numbers of early-flowering perennials, from woodland edges, which will emerge to give a carpet of green in the spring and will be happy in semi-shade later in the year, followed by a larger proportion of the taller-growing perennials which keep their form and seed-heads into the autumn and the winter).
Year-round interest and a naturalistic intermingling of plant forms.
Ecological compatibility in terms of plants suitability to the site and plants competitive ability to mach each other.
Working with seed mixes and randomly planted mixtures.
Perennials laid out in clumps and Stipa tenuissima dotted in the gaps. Over the time the grass forms drifts around the more static perennials and shrublike planting while the verbascum and kniphofia disperse naturally throughout the steppe.
Accents: Select strong, long lasting vertical forms with a good winter seed-heads. Select plants that will not self-seed, unless a natural dispersion model is required.
Planes: if designing a monoculture or with a limited palette, more competitive plants may be selected to prevent seeding of other plants into the group.
Drifts: to create drifts of naturalistic planting that are static in their shape over time use not-naturalizing, not self-seeding, not running plants.
Create naturalistic blocks for the seeding plants to drift around. For the static forms select plants that do not allow the ephemerals to seed into them.
Blocks: use not-naturalizing species, in high densities, in large groups.
Select compatible plants of similar competitiveness to allow for high-density planting (to enable planting at high density in small gardens).
Achieve rhythm by repeating colours and forms over a large-scale planting.