Le vie che le persone desiderano sono sempre dirette e non seguono gli spigoli o meglio li ammorbidiscono, li affidano all'uso. Affidare all'uso un giardino significa forse affidarlo alle piante che scelgano un percorso preferito in cui muoversi libere di disegnare il giardino.
Significa lasciare il vuoto necessario al movimento cosi' che un invito, un'opportunita', siano tesi a, ed incontrino il desiderio, il bisogno, la necessita' di una pianta, che non potremmo mai chiedere o sapere prima... come noi.
In 5 anni si puo' vedere il disegnarsi di un carattere tutto proprio di questo dialogo. E' il Bello come lo si immagina solo dopo averlo visto, per affezione o dopo averne udito la descrizione da qualcuno, dopo averne ascoltato la spiegazione, per fiducia.
Si tratta allora di far provare il gusto di questo paesaggio, divulgare le sue forme ed accostargli un nome onomatopeico che sappia descrivere tutto l'arco dell'apertura mentale della somiglianza che esso racchiude tra la forma fisica di piccolo paesaggio urbano e l'esigenza di un'ecologia che preme di farsi ascoltare, parola che passi di voce in voce e fra uno, due decenni divenga il modo di fare giardini pubblici in citta'. Giardini un po' piu' simili alla vita delle persone, un po' piu' morbidi.
"Ma con tutto quel che potremmo continuare a dire circa la delicatezza, il suo mistero resterà sempre affiorante. Infine, si è sempre detto che la delicatezza è un segreto; un segreto come quello di alcuni giardini chiusi dai quali sale in alto solo il profumo." (Maria Zambrano)
RispondiEliminaQuesta era una buona domenica