Il giardino è giardino da lontano .236

Mi sono accorto di qualcosa cui non avevo mai pensato. E’ stato qualche giorno fa.
Qualcosa che non è possibile decidere durante il progetto, o meglio, possibile, se sei davvero bravo. Quindi qualcosa di cui mi sono accorto non per esperienza, ma per quegli accordi che a volte accadono. 
Ero nel giardino appena realizzato per Palazzo Schifanoia a Ferrara. E' stata la piega di un ramo di un albero e ciò che veniva a formarsi sotto di esso. E' qualcosa di non progettato da me e qualcosa da me disegnato senza considerare in alcun modo un rapporto con quel ramo. Una sorta di opportunità progettuale emersa in tutta la sua evidenza a posteriori, oppure, un frammento di possibile progettazione di cui tenere conto, per la bellezza dell'esperienza, per un nuovo progetto di giardino.  

   Come se si potessero staccare riquadri di giardino e liberamente comporli in nome della bellezza, appunto, che li caratterizza. Una progettazione che si orienta intorno a frammenti di bellezza indipendente dalla specificità delle condizioni fisiche di un giardino nascente. Ho pensato che si dovrebbe progettare in questo modo: comporre le combinazioni possibili degli elementi vegetali e non vegetali ed inserirli nello spazio del futuro giardino. Una sorta di progettazione per via di prefigurazione degli elementi di cui il giardino potrebbe comporsi. Frammenti predefiniti di un paesaggio costantemente emozionante che può comporsi ovunque data la disponibilità dell’animo a commuoversi.

   E allora gli elementi sono la luce di un'ora e le foglie di qualche essenza che potrebbero porsi davanti a quella luce, e certo la luce del mattino. E allora si torna a ciò che scrivevo in Garden me anni fa al ritorno da un pomeriggio ad Hampstead Heath. Era il giardiniere che è eredità del giardino. 
Insomma erano le frasi scritte di Richard Long per tutta la cultura che l'uomo riesce a cedere, accostare, porre ai propri piedi, in nome di qualcosa che accade davanti, da un passo all'altro, in questa lunghezza che misura quanto la gratitudine di cui si colma l'aria che sorregge quel passo.  

   Ipotizzare quindi frammenti di progettazione, veri di per se stessi, dove le condizioni in cui il bello può accadere, normalmente generate dalla casualità, diventano condizioni predisposte per una progettazione che di quella casualità si nutre come di un segnavia nel rintracciare sul terreno le opportunità fisiche delle condizioni che andranno a dare vita al giardino.

   E allora il giardino è sempre lo stesso, un Giardino solo. Il giardino è fatto di viste e allora il giardino è giardino da lontano. Ecco, mantenere questa lontananza, mentre si progetta sul foglio di carta e allora raccontare con la matita il giardino che si ha in mente in quel ramo che si piega insieme a qualcosa che è sotto. 
La porta di legno di Smiljan è la porta, l'albero di ferro di Chillida è l'albero. Mantenere questa distanza è permettere al giardino di uscire dall'area che ho nel foglio e cominciare davvero come un giardino. Mi piacerebbe riuscire ad esserne in grado.


"garden me" / A writing about a wished frontier for the natural gardening

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Ecological Planting Design

Ecological Planting Design

Drifts / Fillers (Matrix) / Natural Dispersion / Intermingling with accents/ Successional Planting / Self seeding
What do these words mean? Some principles of ecological planting design. (from the book: "A New Naturalism" by C. Heatherington, J. Sargeant, Packard Publishing, Chichester)
Selection of the right plants for the specific site.
Real structural plants marked down into the Planting Plan. The other plants put randomly into the matrix: No. of plants per msq of the grid, randomly intermingling (even tall plants). Succession through the year.
Complete perennial weed control.
High planting density. Close planting allows the plants to quickly form a covering to shade out weeds.
Use perennials and grasses creating planting specifications that can be placed almost randomly.
Matrix: layers (successional planting for seasonal interest) of vegetation that make up un intermingling (random-scattering) planting scheme: below the surface, the mat forming plants happy in semi-shade, and the layer of sun-loving perennials.
Plants are placed completely randomly: planting individual plants, groups of two, or grouping plants to give the impression of their having dispersed naturally. Even more with the use of individual emergent plants (singletons) that do not self-seed, dispersed through the planting.
An intricate matrix of small plants underscores simple combinations of larger perennials placed randomly in twos or threes giving the illusion of having seeded from a larger group.
The dispersion effect is maintained and enhanced by the natural rhythm of the grasses that give consistency to the design. They flow round the garden while the taller perennials form visual anchors.
Allow self-seeding (dynamism) using a competitive static plant to prevent self-seeders from taking over: Aruncus to control self-seeding Angelica.
Sustainable plant communities based on selection (plants chosen for their suitability to the soil conditions and matched for their competitiveness) and proportions (balance ephemeral plants with static forms and combinations such as clumpforming perennials that do not need dividing: 20% ephemeral, self-seeding plants, 80% static plants) of the different species, dependent on their flowering season (a smaller numbers of early-flowering perennials, from woodland edges, which will emerge to give a carpet of green in the spring and will be happy in semi-shade later in the year, followed by a larger proportion of the taller-growing perennials which keep their form and seed-heads into the autumn and the winter).
Year-round interest and a naturalistic intermingling of plant forms.
Ecological compatibility in terms of plants suitability to the site and plants competitive ability to mach each other.
Working with seed mixes and randomly planted mixtures.
Perennials laid out in clumps and Stipa tenuissima dotted in the gaps. Over the time the grass forms drifts around the more static perennials and shrublike planting while the verbascum and kniphofia disperse naturally throughout the steppe.
Accents: Select strong, long lasting vertical forms with a good winter seed-heads. Select plants that will not self-seed, unless a natural dispersion model is required.
Planes: if designing a monoculture or with a limited palette, more competitive plants may be selected to prevent seeding of other plants into the group.
Drifts: to create drifts of naturalistic planting that are static in their shape over time use not-naturalizing, not self-seeding, not running plants.
Create naturalistic blocks for the seeding plants to drift around. For the static forms select plants that do not allow the ephemerals to seed into them.
Blocks: use not-naturalizing species, in high densities, in large groups.
Select compatible plants of similar competitiveness to allow for high-density planting (to enable planting at high density in small gardens).
Achieve rhythm by repeating colours and forms over a large-scale planting.