... Chissa' quante volte da studente e da professore il buon Carolus Linnaeus si e' divertito nel nominare per gioco una pianta in base a criteri che, slittando agili sul brillante schema binomiale, si reinventavano di volta in volta, aprendo a sempre nuove possibili classificazioni.
Innocenti combinazioni dei nomi in base al profumo o al colore o, perche' no', al momento del giorno ed a quanto era buono il pollo mangiato a pranzo prima della lezione pomeridiana... cosi', da provare lo spirito degli studenti, ridere un poco e metterli all'erta sulla necessita' di astuzia e rigore nello spirito dell'osservazione scientifica.
L'invenzione dei mostri Basilischi, nati dall'immaginazione e dalla combinazione di parti anatomiche di diversi animali per disturbare i sonni ed inventare pozioni magiche che da essi potevano derivare, era l'altro aspetto delle possibili invenzioni, quelle senza ironia, quelle che strumentalizzavano l'ignoranza e costruivano il sistema della paura. Proprio quell'ignoranza che il buon Carolus Linnaeus sconfiggeva con il suo chiaro sistema di nomenclatura botanica.
Molti anni piu' tardi un grande storico dell'architettura Manfredo Tafuri, mio professore meraviglioso a Venezia, racconto' di aver fatto uno scherzo agli studenti di Harvard. Dopo aver programmato una visita al Seagram Building, il grattacelo di Mies van der Rohe a New York, porto' gli studenti davanti ad un banale grattacielo. Un'ora dopo che gli studenti avevano dedicato il loro tempo ed attenzione alle fotografie ed ai disegni il caro professore rese loro noto che il Seagram Building era l'edificio accanto.
Solo il vuoto davanti alla torre di bronzo, con il suo schiaffo al mercato del suolo ed il cielo aperto a render sacro lo spazio davanti all'ultima colonna della storia dell'architettura, poteva dimostrare la verita' dell'edificio, ma se il maestro non fosse stato cosi' crudele con gli studenti, quel vuoto sarebbe rimasto inascoltato.
D'altronde e' noto che le ciliege della Quercus avium vengono mangiate dai basilischi che ne sono ghiotti nonostante ogni volta il nocciolo li trasformi in ghiande. Il tutto in modo cosi' rapido che a non bene osservare non ce ne si accorge ed a terra rimangono solo le ghiande cosi' che le persone che passano di li' credono che quelle siano i frutti delle Quercus robur.
Eh gia'.
Nessun commento:
Posta un commento