Sabbia, limo ed argilla, meravigliosa questa, la piu' leggera, che si separa e
scende lenta ad appoggiarsi al limo: cosi' ho studiato la composizione del
terreno del futuro Bosco.
Una
palla di terra si e' formata bagnando il terreno raccolto nel campo. Curvato in un serpentello mi avrebbe indicato la presenza di una buona quantita' di
limo ed argilla, poi, la sua eventuale chiusura ad anello mi avrebbe detto che l'assorbimento dell'acqua sarebbe stato non cosi' rapido da perdere i minerali di cui le piante necessitano. Insomma una
buona terra per il progetto immaginato (lo so, avrei dovuto verificarlo prima e
poi immaginare il Bosco: jolie surprise, dunque).
40%
sabbia (drenante), 40% limo (nutrimento trattenuto), 20% argilla (ulteriore
nutrimento trattenuto, senza che il terreno sia difficile da lavorare). Ho ovviamente disegnato con le dita.
Percentuali relative che oscillano e possibili giardini, possibili paesaggi che
si moltiplicano nella combinazione delle particelle di sabbia, limo ed argilla.
E' alchimia, si',
come Richard Long che, con i guanti da cucina per non troppo perdere il contatto, disegna
sul muro di 10 metri per 7 metri le impronte delle mani di colore terra, uguale
al colore terra di ogni altro luogo, cosi' che la prima grotta dell'uomo si
espande fino al cielo di luce ed ancora luce e non paura e buio in cui sapersi
a partire dall'impronta della mano.
Cosi'
il tempo presente si rintraccia nel tempo identico della ricerca e del gioco in
cui sappiamo ritrovare il nostro profilo. Pasticciando, pastrocchiando.
Una
volta un amico era in spiaggia con un amico. Scavavano architetture fatte
di bastoni e costruivano buche nella sabbia. Una signora si ferma, li guarda e
lancia un: "Ma che cosa state facendo?" e l'amico risponde:
"Gentile signora, ha mai sentito la parola giuocare?!".
Sono una specie di pendolare, e più l'oscillazione diventa ampia più percepisco la dolcezza di Ferrara e scopro di lei sempre nuove delizie. Ho appena letto un bel racconto di un signore islandese che tanti anni fa ha fatto un giardino selvatico, poi canto ai bambini la filastrocca degli alberi per farli addormentare (e si addormentano) poi una volta –lo dico sempre e non lo faccio mai- mi prendo il tempo di fare un giro nel cosmogramma a Terra Viva poi questo diario che davvero ci porta nel Bosco come in un secret garden? E’ domenica notte, e c’è chi dice che lunedì sia il giorno del ciliegio: “mai fu la nostra vita così piena di incontri, di arrivederci, di transiti… eravamo come pastori.”
RispondiEliminaAs you suggested I watched “Priona”. Oh so sweet, so direct, so true. As for losing myself in a garden, well I lose myself everywhere. Today I was sleeping on a bench in the shade and I could smell chamomile and pine: maybe I was lost in the trace of some memories, maybe my 60% sense of smell was over exposed.
Per lasciare questo commento sono arrivata alla conclusione che non sono capace di usare la internet technology. Gesù, troppa fatica. Comunque: complimenti, Bosco sembra una bellissima impresa!