Viene voglia di scrivere ogni volta finito di scrivere. Scrivere di
giardini senza menzionare il nome di un giardino storico, il cosa ed il come si
fa o un nome latino, senza nulla di tutto cio' che dimostra conoscenza della
storia e della pratica dell'arte del fare giardini.
Ignoranza di giardinaggio e di storia dei giardini ed
allora soltanto una grande voglia di parlare rintracciando piccoli magneti di
senso qua e la'. Negarlo sarebbe bugia e sostenere il contrario volgare.
Semplicemente si tratta di una grande voglia di parlare
di giardini seminando senso tra le immagini degli studi
storici e nelle peripezie di una pratica di giardinaggio che non sara' mai
abbastanza, ma a tal punto piena di cielo, che l'ignoranza e la
contentezza si toccano in tangenza: i fiori normalmente sbocciano a primavera, le foglie di
alcune piante si colorano d'autunno ed i petali di altri fiori colorano i rami
nudi mentre la neve di Febbraio cade... su altri fiori che colorano di bianco
la neve.
Non c'e' senso alcuno nelle ultime tre righe e qui non si
impara a piantare perche' credo sia importante scrivere di qualcosa d'altro.
Poi, se uno vuole, il giardinaggio lo impara da qualche altra parte, come pure
le discussioni sulla qualita' del verde cittadino le puo' sempre sentire da
qualche altra parte insieme alla descrizione di quanto e' meraviglioso il parco
di Rousham.
Quello che mi preme e' un certo modo costruttivo di
guardare al giardino, parco, albero, foglia, giochi a palla, altalene
chiassose. E' l'approssimazione letteraria di una sensazione di benessere che
si svolge per associazioni di immagini e ha come risultato sperato la
costruzione di un bisogno. Il resto per me non conta. Ecco perche' viene voglia
di scrivere: per non perdere il contatto della pianta dei piedi con il prato
verde.
Ne ho visti tanti di prati o lo stesso prato un'infinita' di
volte e non riesco a separare l'immagine del verde da quella del tea con la
fetta di torta la domenica, seduto tra anziani che si alzano cortesemente e si
prendono mano nella mano tra giovani coppie di ogni genere. Questo e' il
giardino, parco, albero, foglia, giochi a palla, altalene chiassose, il
resto e' tutto cio' che si perde nel rumore vero della dimenticanza del bisogno
di certe sensazioni e la loro curiosita'.
Basta fare l'abitudine a questo modo di camminare, una volta, due volte, tre volte...
Bene, continua a scrivere, torna a scrivere, ricomincia a scrivere. E' bello.
RispondiEliminaThich Nhat Hanh, Conversazione intima con Madre Terra: So che avrai sempre bisogno del Sole per continuare a darci la vita e a nutrirci. Il Sole è nostro Padre. Orbitate assieme all'Infinito, offrendoci un ciclo di trecentosessantacinque giorni. ["given an average of 5 days of snow per year", per essere precisi eh?]
Martedì, rosso. La Quercia.