La differenza e' nello spessore che il rigoglio della vegetazione ha dato al piccolo spazio. L'ombra e' verde come le foglie ed un giardino d'ombra come questo e' dunque piu' verde di un altro al sole... l'avreste mai detto?
Il glicine e la clematide, le anemoni e gli epimedi crescono ed il bosso sotto la sofora sembra disegnato.
Tutto torna oltre il disegno, quando si tratta di giardini. Si mette tutta la passione per accordare le piante e lo spazio e basta piegarsi un po' piu' a sinistra ed un giardino qualsiasi diventa molto piu' bello del nostro disegno, diventa gia' ispirazione per il prossimo disegno.
Forse bisogna lasciare che il ficus carica, non piu' tanto carico di frutti, cresca per conto suo ad unire in un solo arco tutto il giardino, diventato gia' un tratto di matita che non potevamo imaginare. Forse l'ho gia scritto da qualche parte, ma qui puo' starci una volta di piu', il ricordo di una lezione sull'architetto Carlo Scarpa: non sapeva disegnare e forse le mille pieghe delle sue vasche d'acqua sono la traduzione di un tratto di mina spuntata della matita. Qualcosa che e' capitato mentre si faceva qualcosa d'altro.
Ieri sera ho trovato sulla strada questo disegno a gessetto bianco. Casette disegnate negli spazi dei mattoncini, poi ad un tratto il disegno ha preso vita sul filo da casa a casa con i panni stesi.
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