per chi non lo sapesse .77

Tom Jones di Tony Richardson e' un film che fa capire tante cose dei giardini. Per chi non lo sapesse gli alberi, ma ancor piu' gli arbusti, sono le forme vegetali piu' immediatamente utili a nascondersi nelle radure, quando nascondersi diventa necessario o inevitabile, vale a dire, per fornire qualche esempio, quando durante la caccia alla volpe ci si nasconde con la volpe in braccio, per proteggerla dagli stolti, sotto la propria giacca preventivamente cosparsa di catrame, poi per ovvie ragioni galanti e terzo, ma non ultimo caso, per cercare i frutti di Rubus fruticosus. E comunque in questo caso non c'e' bisogno di nascondersi perche' raccogliere le more non e' vietato. Queste cose il film non le dice, ma le insegna.

   Mancano film come questo perche' l'amore si e' fatto pesante nei racconti e la liberta' che lo sottende mi pare non sia poi cosi' consueto vederla coniugata con il pudore. Insieme pero' queste sono le due componenti che fanno del giardino il luogo della felicita' per eccellenza: la liberta' ed il pudore. L'amore, poi, viene da se' in questo scenario. Non c'e' bisogno di altro ed un cespuglio, senza doversi nascondere in esso, rivela il suo nome anche nella distanza, ma il giardino non e' una radura e quindi tutto e' piu' semplice. Cio' che e' vasto infatti e' spesso dispersivo e la fatica che si fa nel rincorrere una volpe Tom Jones la lascia, appunto, agli stolti. Distaccato da tutto perche' non disperde energie, e' di passaggio e gli amici sono ovunque, dipende da lui essere aperto per averne e fa di tutto per esserlo. Certo non puo' fare altro perche' tale e' la sua natura ed e' nato sotto una buona stella.

   La stella di uno scrittore, Henry Fielding, che veniva da una famiglia di magistrati, magistrato lui pure. Di quegli uomini di legge che fanno lo sgambetto a chi sta inseguendo un ladro di pane perche' questi possa scappare e che sono felici di stringere amicizia, tempo permettendo, con un regista di nome Tony Richardson che, seppur nato due secoli dopo, di giardini se ne intendeva.

   Ora che ho ricevuto dal comune della mia citta', in "adozione verde", un rettangolo abbandonato di alberi ed arbusti, non mi resta che andare a scuola da questi due personaggi e cercare di fare del mio meglio per trasformare cio' che e' gia' bellissimo in qualcosa di altrettanto bello.

   Una cosa affascinante e' successa una delle volte in cui sono andato a vedere il boschetto che posso dire qui dove si parla di Tom Jones. C'e' una chiesa accanto, di quelle che giustappongono, anziche' declinare, le forme piu' belle nate dal felice incontro tra un programma liturgico secolare ed i grandi architetti contemporanei. Sono entrato. Non c'era nessuno. Formelle didascaliche alle pareti, un tetto improbabile ed un ambiente, un unica grande camera... che mi ha fatto fermare. Una chiesa buona. Pensavo al rettangolo verde li' accanto, alla chiesa ed al quartiere. L'architetto aveva vinto. Io non vedevo piu' la chiesa perche' era una chiesa che scompariva e diventava la sua pace. L'avevo provato altre volte, ma mi vergogno, ora, a dire i nomi degli architetti meravigliosi di quelle chiese meravigliose.

   Il fatto e' che siamo in un quartiere popolare, schiacciati da 6 parallelepipedi di cemento marrone totalmente fuori scala e li' comincia un luogo sacro e li' comincia il mio lavoro. Mah... affido dunque a Tom Jones il mio spirito, a quanto di piu' sacro possa esserci in territorio laico, unico in grado di dialogare con il sacro che gli dimora accanto.

2 commenti:

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  2. Sono in vacanza, esco dalla biblioteca Bassani e ho una mela, un libro su cui c'è scritto che "il rettangolo è un giardino dove chi vuole può entrare e chi non vuole può imparare a farlo", e poi ho la tendenza a sopravvalutare il mio senso dell'orientamento.

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"garden me" / A writing about a wished frontier for the natural gardening

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Ecological Planting Design

Ecological Planting Design

Drifts / Fillers (Matrix) / Natural Dispersion / Intermingling with accents/ Successional Planting / Self seeding
What do these words mean? Some principles of ecological planting design. (from the book: "A New Naturalism" by C. Heatherington, J. Sargeant, Packard Publishing, Chichester)
Selection of the right plants for the specific site.
Real structural plants marked down into the Planting Plan. The other plants put randomly into the matrix: No. of plants per msq of the grid, randomly intermingling (even tall plants). Succession through the year.
Complete perennial weed control.
High planting density. Close planting allows the plants to quickly form a covering to shade out weeds.
Use perennials and grasses creating planting specifications that can be placed almost randomly.
Matrix: layers (successional planting for seasonal interest) of vegetation that make up un intermingling (random-scattering) planting scheme: below the surface, the mat forming plants happy in semi-shade, and the layer of sun-loving perennials.
Plants are placed completely randomly: planting individual plants, groups of two, or grouping plants to give the impression of their having dispersed naturally. Even more with the use of individual emergent plants (singletons) that do not self-seed, dispersed through the planting.
An intricate matrix of small plants underscores simple combinations of larger perennials placed randomly in twos or threes giving the illusion of having seeded from a larger group.
The dispersion effect is maintained and enhanced by the natural rhythm of the grasses that give consistency to the design. They flow round the garden while the taller perennials form visual anchors.
Allow self-seeding (dynamism) using a competitive static plant to prevent self-seeders from taking over: Aruncus to control self-seeding Angelica.
Sustainable plant communities based on selection (plants chosen for their suitability to the soil conditions and matched for their competitiveness) and proportions (balance ephemeral plants with static forms and combinations such as clumpforming perennials that do not need dividing: 20% ephemeral, self-seeding plants, 80% static plants) of the different species, dependent on their flowering season (a smaller numbers of early-flowering perennials, from woodland edges, which will emerge to give a carpet of green in the spring and will be happy in semi-shade later in the year, followed by a larger proportion of the taller-growing perennials which keep their form and seed-heads into the autumn and the winter).
Year-round interest and a naturalistic intermingling of plant forms.
Ecological compatibility in terms of plants suitability to the site and plants competitive ability to mach each other.
Working with seed mixes and randomly planted mixtures.
Perennials laid out in clumps and Stipa tenuissima dotted in the gaps. Over the time the grass forms drifts around the more static perennials and shrublike planting while the verbascum and kniphofia disperse naturally throughout the steppe.
Accents: Select strong, long lasting vertical forms with a good winter seed-heads. Select plants that will not self-seed, unless a natural dispersion model is required.
Planes: if designing a monoculture or with a limited palette, more competitive plants may be selected to prevent seeding of other plants into the group.
Drifts: to create drifts of naturalistic planting that are static in their shape over time use not-naturalizing, not self-seeding, not running plants.
Create naturalistic blocks for the seeding plants to drift around. For the static forms select plants that do not allow the ephemerals to seed into them.
Blocks: use not-naturalizing species, in high densities, in large groups.
Select compatible plants of similar competitiveness to allow for high-density planting (to enable planting at high density in small gardens).
Achieve rhythm by repeating colours and forms over a large-scale planting.