Con l'iPhone un quadrato di 20cm x 20cm diventa una prateria.
Una nuova amica mi ha chiesto di che cosa si nutrono i migliori paesaggisti. Le ho risposto che si nutrono dei paesaggi popolati da comunità vegetali spontanee, siano essi boschi, praterie, deserti, prati umidi e li imitano.
I pattern che le diverse specie creano (stabili ed insieme mai statici, grazie alla propagazione dei semi dalla pianta madre con conseguente movimento della pianta -l'espressione "Giardino in movimento" del francese Gilles Clément ne condensa il senso-) e l'alternanza periodica stagionale dell'apparire delle specie, diventano molto affascinanti per chi oltre ad avere una profonda sensibilità ecologica ha una cultura artistica che ha sfogliato gli ultimi capitoli dei libri di storia dell'arte!
Questo è lo spirito dei loro disegni, naturalmente portato in un ambito estremamente studiato dal punto di vista del risultato formale, seppure il caso giocherà il suo ruolo fondamentale essendo materia vivente. Puoi parlare di una naturalità della cui ricchezza e bellezza combinatoria sono state apprese le leggi afferenti all'ecologia. Secondo queste leggi poi tale ricchezza viene declinata liberamente secondo la particolare educazione estetica del designer. Ecco si, si puo' dire così.
Ricordo il professore di urbanistica Bernardo Secchi dirmi all'esame quanto il paesaggio della pianura veneta somigliasse alla pittura di Pollock. E' possibile riuscire a leggere qualcosa di molto vasto partendo dall'impressione che un suo frammento suggerisce... una sorta di modo, di sensazione viene a galla e permette di richiamare all'immaginazione -addensandoli e organizzandoli- tutti gli elementi noti che abbiamo a disposizione per renderli fecondi in modo nuovo ed in modo nuovo capaci di farci leggere quel determinato fenomeno adeguatamente.
Il passaggio che esiste dall'osservazione di una valle montana alla declinazione del pattern formale che la rappresenta e' qualcosa di simile. L'urgenza ecologica che si fa spazio come seduzione nel guardare una distesa di fiori selvatici detta la comprensione delle leggi combinatorie che organizzano quelle comunita' vegetali. La suggestione naturalistica si rivela essere la sensazione dalla quale si innesca la capacita' progettuale mimetica di quei paesaggi naturali.
Pollock apre a possibili vie per muoversi nel caos della pianura urbanizzata veneta, cosi' come tutto il nostro immaginario naturalistico ci muove a seguire la casualita' delle combinazioni vegetali di un prato per farci scoprire le ragioni fisiologiche delle singole piante.
Si partiva da una fotografia di un tappeto di muschio di 20cm x 20cm ed e' gia' mezzanotte; vado a dormire e questa volta il muschio ha manifestato qualcosa di piu' oltre all'umidita' in quel punto del muro nella sua esposizione a Nord. Notte
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