Cosi' spunta Richard Mabey con "Il taccuino del naturalista", un libretto meraviglioso sull'inevitabile piega soggettiva che lo sguardo scientifico sul mondo naturale puo' a volte prendere. E' cosi' per i poeti ed e' cosi' per gli scienziati. Alcuni almeno.
Come fare a conoscere il canto dell'usignolo se non si ascolta la registrazione della BBC del violoncello che canta insieme all'usignolo?! Come fare a conoscere il volo del cormorano se le lenti del binocolo non trattengono l'odore dell'erba macilenta delle pianure acquitrinose, oppure, come si fa a conoscere l'Arte della cura se non si apprende a sorridere al sorriso che vuole nascere nell'animale malato?
Di questo, o quasi, parla il piu' grande naturalista inglese. Saltava di fosso in fosso quando era giovane, come gli uccelli di ramo in ramo ed altre creature di spiaggia in spiaggia e cosi' la somiglianza puo' permettere di intendere di che cosa siamo fatti.
Gli uccelli si dice cantino per comunicare, si dice anche che sia per orientarsi, altri dicono che sia per il semplice piacere di farlo... non lo sappiamo con certezza, possiamo approssimare soltanto. E l'approssimazione viaggia sulle ali della sorpresa, laddove lo sguardo si riposiziona e riesce a trattenere l'odore dell'erba e per la prima volta allora qualcosa di nuovo succede, proprio li', in quel luogo specifico, diversamente da altri luoghi dove non ci si era accorti di nulla prima, perche' e' li' che l'erba ha quell'odore ed e' li' che il cormorano che di essa ha bisogno ci informa di una cosa nuova.
Gli uccelli si dice cantino per comunicare, si dice anche che sia per orientarsi, altri dicono che sia per il semplice piacere di farlo... non lo sappiamo con certezza, possiamo approssimare soltanto. E l'approssimazione viaggia sulle ali della sorpresa, laddove lo sguardo si riposiziona e riesce a trattenere l'odore dell'erba e per la prima volta allora qualcosa di nuovo succede, proprio li', in quel luogo specifico, diversamente da altri luoghi dove non ci si era accorti di nulla prima, perche' e' li' che l'erba ha quell'odore ed e' li' che il cormorano che di essa ha bisogno ci informa di una cosa nuova.
Diventa poi tutto infinitamente piu' grande se pensiamo che nell'aria esistono fili di sostanze chimiche che tessono relazioni non solo nell'ambito di una stessa specie, ma anche da una specie ad un'altra... da una foglia ad un animale! Forse allora quegli occhi, orecchie, nasi e mani che insieme non riescono a lasciare la soggettivita', nell'appoggiare il binocolo a terra, sono proprio i sensori con i quali quelle frequenze entrano in allunisono d'ascolto.
Sono curioso di seguire questa creatura di spiaggia in spiaggia, chissà cosa ha da dire!
Sono curioso di seguire questa creatura di spiaggia in spiaggia, chissà cosa ha da dire!
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