
Cose belle... finche'... non ho incontrato il margine tra la citta' romana di Pompei e la campagna, dove la via si apre agli interni di case che toccavano altri interni, aperti ora ad un boschetto, alcuni alberi fitti ed arbusti ed il sole che riappare, la' fuori, nel campo che comincia fatto di tutt'altro.
Un vuoto spinto che stringe. La musica dentro le corti, dove l'acqua si e' raccolta dai tetti nella vasca di marmo al centro, quando la sera scende, e non ci sono piu' i turisti. E' quando il bosco si intrattiene a raccontare, come i viburni nelle corti facevano da tramite tra i cari e quelli che ancora ascoltavano e mangiavano nella casa.
Il boschetto a margine degli spazi usati, dove non c'e' alcun interesse a tagliare le piante, e' tornato ad avere una funzione sacra. Non per noi perche', quando tutto ricomincia ogni sera, non possiamo stare entro il limite di Pompei dove gli alberi crescono tra i quadratini bianchi e neri.
Nessun commento:
Posta un commento