Piantala! Corso di Garden Design .248

I migliori contributi alla qualita' della progettazione del paesaggio sono spesso associati ai progetti di persone che al disegno sono arrivati partendo dalla passione per le piante. Il fatto che le piante siano materia viva con la quale progettare apre al disegno prospettive non immaginabili altrimenti. Se non si lavora con tutto cio' che la vita delle piante significa, il disegno non scopre come uscire dalla suggestione formale e rischia di impoverirsi.

  Per alcuni decenni della seconda meta' del '900, il giardino inglese e' stato dominato da un'attenzione alla forma fine a se stessa. Questo non gli ha permesso di accorgersi della sfida che il cambiamento lento e progressivo del clima poneva alla progettazione, ne' tanto meno di quanto il giardino urbano potesse rivestire un ruolo fondamentale per l'ecologia della citta'. C'e' voluto un vivaista olandese con un talento incredibile perche' il mondo si accorgesse di quanto fossero belle e necessarie le erbacee perenni. Certo la ricerca scientifica nell'ambito della floricultura si muoveva in parallelo, ma per diverso tempo separatamente dalla cultura della progettazione del paesaggio.

  Ora alcuni paesaggisti lavorano parallelamente al progetto e alla ricerca scientifica di propagazione delle piante con lo studio delle comunita' vegetali e la possibilita' di creare combinazioni di semi in grado di riprodurre tali habitat nel rispetto delle differenze dei terreni in cui andranno a diffondersi e ambientarsi

  Ecco perche' un college inglese di garden design dedica meta' del tempo della formazione all'attivita' teorica e pratica della conoscenza delle piante.

  A due mesi dall'inizio del college, per un intero pomeriggio ero impegnato a pacciamare un giardino e mi domandavo piu' volte perche' stessi facendo quello che stavo facendo sotto la pioggia di novembre e per nulla volendo nella mia vita fare il giardiniere. Provenivo da una facolta' di architettura e la "forma" non aveva mai avuto nulla a che vedere con il compost che stavo maneggiando, fatto di una materia organica di varia natura, che ci insegnavano a mettere alla base delle piante appena potate facendo attenzione che la base dello stelo non venisse coperta cosi' da evitare lo sviluppo di funghi a causa dell'umidita'... "Cose belle", in fondo, pensavo... cose che davano un senso al giardino e che, in effetti, mi coinvolgevano ogni giorno di piu'.

  Scoprivo il modo inglese di giocare con la materia viva e mutabile delle cose grazie alla quale un giardino offre mille possibilita' all'invenzione, ma non transige sul rispetto secolare delle dinamiche naturali in un'isola le cui poche risorse devono durare a lungo.
Scoprivo una prospettiva insolita che si apriva al disegno come lo avevo conosciuto fino ad allora. Era una capacita' che il disegno acquista nel seguire la materia con cui ha a che fare: la vita delle piante al pari delle variazioni del terreno, dei mutamenti climatici e perche' no della poca memoria degli scoiattoli che ogni inverno dimenticano dove hanno nascosto le noci e l'albero che nasce non sospetto diventa il fulcro del progetto. Il disegno diventava inseparabile dalla pratica conoscenza del funzionamento del suolo e delle piante.

  "... Dipingi quando pianti e quando lavori progetta...", siamo nel 1731 e questa e' la riga piu' bella della Epistle to Burlington scritta all'architetto e mecenate Duca di Burlington dal poeta inglese Alexander Pope, forse il documento piu' suggestivo di tutta la letteratura dedicata al giardino, sicuramente quello la cui influenza linguistica e' stata massima e permane ancora oggi quando si parla di "genius loci". Pope sta scrivendo di un'educazione all'ascolto che la Natura ed i luoghi naturali richiedono a chi si accinge a progettare un giardino e per farlo intreccia percezione sensoriale e sapere pratico.

  Buon disegno a tutti!

"garden me" / A writing about a wished frontier for the natural gardening

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Ecological Planting Design

Ecological Planting Design

Drifts / Fillers (Matrix) / Natural Dispersion / Intermingling with accents/ Successional Planting / Self seeding
What do these words mean? Some principles of ecological planting design. (from the book: "A New Naturalism" by C. Heatherington, J. Sargeant, Packard Publishing, Chichester)
Selection of the right plants for the specific site.
Real structural plants marked down into the Planting Plan. The other plants put randomly into the matrix: No. of plants per msq of the grid, randomly intermingling (even tall plants). Succession through the year.
Complete perennial weed control.
High planting density. Close planting allows the plants to quickly form a covering to shade out weeds.
Use perennials and grasses creating planting specifications that can be placed almost randomly.
Matrix: layers (successional planting for seasonal interest) of vegetation that make up un intermingling (random-scattering) planting scheme: below the surface, the mat forming plants happy in semi-shade, and the layer of sun-loving perennials.
Plants are placed completely randomly: planting individual plants, groups of two, or grouping plants to give the impression of their having dispersed naturally. Even more with the use of individual emergent plants (singletons) that do not self-seed, dispersed through the planting.
An intricate matrix of small plants underscores simple combinations of larger perennials placed randomly in twos or threes giving the illusion of having seeded from a larger group.
The dispersion effect is maintained and enhanced by the natural rhythm of the grasses that give consistency to the design. They flow round the garden while the taller perennials form visual anchors.
Allow self-seeding (dynamism) using a competitive static plant to prevent self-seeders from taking over: Aruncus to control self-seeding Angelica.
Sustainable plant communities based on selection (plants chosen for their suitability to the soil conditions and matched for their competitiveness) and proportions (balance ephemeral plants with static forms and combinations such as clumpforming perennials that do not need dividing: 20% ephemeral, self-seeding plants, 80% static plants) of the different species, dependent on their flowering season (a smaller numbers of early-flowering perennials, from woodland edges, which will emerge to give a carpet of green in the spring and will be happy in semi-shade later in the year, followed by a larger proportion of the taller-growing perennials which keep their form and seed-heads into the autumn and the winter).
Year-round interest and a naturalistic intermingling of plant forms.
Ecological compatibility in terms of plants suitability to the site and plants competitive ability to mach each other.
Working with seed mixes and randomly planted mixtures.
Perennials laid out in clumps and Stipa tenuissima dotted in the gaps. Over the time the grass forms drifts around the more static perennials and shrublike planting while the verbascum and kniphofia disperse naturally throughout the steppe.
Accents: Select strong, long lasting vertical forms with a good winter seed-heads. Select plants that will not self-seed, unless a natural dispersion model is required.
Planes: if designing a monoculture or with a limited palette, more competitive plants may be selected to prevent seeding of other plants into the group.
Drifts: to create drifts of naturalistic planting that are static in their shape over time use not-naturalizing, not self-seeding, not running plants.
Create naturalistic blocks for the seeding plants to drift around. For the static forms select plants that do not allow the ephemerals to seed into them.
Blocks: use not-naturalizing species, in high densities, in large groups.
Select compatible plants of similar competitiveness to allow for high-density planting (to enable planting at high density in small gardens).
Achieve rhythm by repeating colours and forms over a large-scale planting.